Bergoglio ha incontrato i rifugiati giunti in Europa attraverso i corridoi umanitari
Nel giorno in cui le onde del mare restituiscono i corpi di altre due persone che hanno perso la vita nel naufragio di Cutro, Papa Francesco incontra i rifugiati giunti in Europa attraverso i corridoi umanitari, insieme alle famiglie e ai rappresentanti delle comunità che li accolgono e ne curano l’integrazione. Una tragedia, quella sulle coste crotonesi, che “non doveva avvenire, e bisogna fare tutto il possibile perché non si ripeta“, il monito che Bergoglio ha voluto fissare nel suo discorso. Nel chiedere una migrazione “sicura, ordinata, regolare” il Pontefice ha così sottolineato l’importanza dei corridoi umanitari – che assicurano “vita, salvezza, poi dignità, inserimento” – avviati nel 2016 “come risposta alla situazione sempre più drammatica nella rotta Mediterranea”.
Un Mediterraneo che “si è convertito in un cimitero”. Fortunatamente, però, c’è chi si dà da fare nell’accoglienza che è “il primo passo per la pace”. Tra questi, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese evangeliche e della Tavola valdese, la Caritas. A tutti loro va la gratitudine del Papa che ringrazia anche il contributo “del governo italiano e dei governi che vi hanno ricevuti, tanti”. I corridoi umanitari “non solo mirano a far giungere in Italia e in altri Paesi europei persone profughe, strappandole da situazioni di incertezza, pericolo e attese infinite”, ha sottolineato Bergoglio. “Essi operano anche per l’integrazione. E questo è importante. Non solo salvare, ma integrare. Perché integrare è parte della salvezza”. I corridoi umanitari, ha ricordato Daniela Pompei, responsabile della Comunità di Sant’Egidio per i servizi agli immigrati, “sono nati dalla memoria dolorosa delle morti in mare, sono nati dal pianto e dalla preghiera. La preghiera e il dolore ci hanno aiutato a non rassegnarci, a riflettere, a lottare per costruire una via alternativa ai barconi. La preghiera e il dolore ci hanno spinto, costretto quasi, a quella creatività nell’amore di cui lei Santo Padre tante volte ha parlato. Dal 2016 ad oggi – ha sottolineato Pompei – sono state salvate 6.080 vite umane, giunte in Europa legalmente, arrivate soprattutto in Italia, ma poi in Francia, in Belgio e un limitato numero nel principato di Andorra e San Marino. Una piccola luce di fronte al muro dell’impossibilità e dell’idea che non si possa fare niente”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata