Così Bergoglio all'Angelus della domenica

Continuo a seguire con tanto dolore quanto accade in Israele e in Palestina. Ripenso a tanti, in particolare ai piccoli e agli anziani. Rinnovo l’appello per la liberazione degli ostaggi e chiedo con forza che bambini, malati, anziani, donne e tutti i civili non siano vittime del confitto”. Lo ha detto Papa Francesco parlando ai fedeli in Piazza San Pietro per l’Angelus. “Fratelli e sorelle già sono morti moltissimi, per favore non si versi altro sangue innocente. Nè in Terra Santa, nè in Ucraina o in qualsiasi altro luogo. Basta. Le guerre sono sempre una sconfitta. Sempre. La preghiera è la forza mite e santa da opporre alla forza diabolica dell’odio, del terrorismo, della guerra. Invito tutti i credenti a unirsi alla chiesa in Terra Santa e unirsi martedì prossimo 17 ottobre alla preghiera e al digiuno”, ha aggiunto il Papa.  “Si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza dov’è urgente e necessario garantire corridoi umanitari e soccorrere tutta la popolazione”.

“Forse ci sono miei amici argentini” tra le vittime, aveva detto poco prima il Papa, al telefono dal giornalista Henrique Cymerman, corrispondente in Israele della emittente portoghese Sic Noticias. “E’ come tornare indietro di 50 anni“, prosegue il Pontefice rivolgendosi al cronista che ha poi postato il video della telefonata sui social. Francesco quindi prosegue dicendosi “disposto” a ricevere in Vaticano le famiglie israelo-argentine dei circa 120 rapiti da Hamas a Gaza; una richiesta che le famiglie avrebbero avanzato ad Henrique Cymerman. Infine il Santo Padre si congeda dal suo amico interlocutore dicendo “Shabbat Shalom”. 

Ecco il dramma della storia: il ‘no’ a Dio. Ma perché gli uomini rifiutano il suo invito? Era forse un invito spiacevole? No, eppure – dice il Vangelo – ‘non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari’. Non se ne curano, perché pensano alle proprie cose. E quel re che è padre, Dio, cosa fa? Non si arrende, continua a invitare, anzi allarga l’invito, finché trova chi lo accetta, tra i poveri. Fra loro, che sanno di non avere molto altro, tanti vengono, fino a riempire la sala” ha detto poi ancora Bergoglio durante l’Angelus. “Quante volte non ci curiamo dell’invito di Dio perché intenti a pensare alle nostre cose – prosegue Francesco – Spesso si lotta per avere il proprio tempo libero, ma oggi Gesù ci invita a trovare il tempo che ci libera: quello da dedicare a Dio, che ci alleggerisce e risana il cuore, che accresce in noi la pace, la fiducia e la gioia, che ci salva dal male, dalla solitudine e dalla perdita di senso. Ne vale la pena, perché è bello stare con il Signore, fargli spazio”. 

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