"Lo abbiamo sentito tutti" dichiara la delegazione che durante l'udienza in Vaticano ha invitato il Santo Padre a visitare Gaza

I familiari dei palestinesi che vivono a Gaza, che hanno incontrato il Papa in Vaticano, affermano che, nei confronti dei palestinesi, si sta consumando “un genocidio“. “Non avevamo aspettative, ma lui è stato chiaro: ha parlato di ‘genocidio’”, assicurano aggiungendo che il Santo Padre ha dichiarato che “al terrorismo non si risponde col terrorismo”. E ancora: “È stato sorprendente scoprire che il Papa era informato – e voleva informarsi – sulla situazione a Gaza, sul fatto che non c’è acqua, che si è costretti a bere acqua salata, non vengono soddisfatti i bisogni principali”, spiegano mentre sullo sfondo, dietro di lui, scorrono le immagini di bambini palestinesi morti, mutilati a causa della guerra in corso.

“L’incontro è durato circa 20 minuti”. Un membro della delegazione spiega: “Siamo convinti che Papa Francesco sia un uomo di pace. Il cessate il fuoco non è sufficiente. Quella di oggi è una pausa militare ma nessuna delle due è sufficiente perché mantiene lo status quo”. E poi raccontano di aver chiesto al Papa “di visitare Gaza” e il Pontefice avrebbe risposto che è una buona idea per quando le condizioni lo permetteranno. 

Santa Sede: “Papa non ha usato parola ‘genocidio'”

Non mi risulta abbia usato tale parola. Ha utilizzato i termini con cui si è espresso durante l’Udienza Generale e parole che comunque rappresentano la situazione terribile che si vive a Gaza”. Così il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni replicando alle affermazioni della delegazione palestinese che questa mattina ha incontrato il Pontefice, assicurando che, nel corso del colloquio, il Santo Padre avesse parlato di ‘genocidio’ del popolo palestinese. “Siamo in dieci e lo abbiamo sentito tutti”, la risposta della delegazione palestinese nel corso della conferenza stampa. 

Parolin: “Genocidio? Irrealistico che Papa abbia usato termine” 

“Ho visto il comunicato che è stato emesso dopo, però non ho ricevuto informazioni dirette sul colloquio. ‘Genocidio’ è un termine molto tecnico che si applica a determinate situazioni. Non so se in questa situazione si possa parlare di genocidio”. Così il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine di un evento in Vaticano in merito alle dichiarazioni fatte da una delegazione di palestinesi, ricevuta questa mattina da Papa Francesco, che affermano che il Santo Padre abbia usato la parola ‘genocidio’ per riferirsi a quanto sta avvenendo a Gaza. Irrealistico che l’abbia fatto? “Penso di sì. È un termine che si applica a determinate situazioni ben precise e che ha delle conseguenze molto precise a livello internazionale”, prosegue Parolin. E sul fatto che gli israeliani abbiano espresso la loro delusione perché il Santo Padre, nell’udienza generale, ha parlato genericamente di terrorismo, non citando Hamas, ma parlando in generale “è difficile accontentare sempre tutti”, commenta. “Normalmente il Santo Padre si riferisce in termini abbastanza generici ma evidentemente chi vuole capire capisce, non c’è bisogno di scendere nei dettagli. Ma credo che questo è uno stile un po’ generale della Santa Sede: negli interventi del Papa non entra mai in merito chiamando per nome e cognome o le situazioni però evidentemente che si riferisce a certe situazioni chi vuole capisce”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata