Dopo la giornata d’apertura caratterizzata dalle contestazioni contro la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, agli Stati Generali della Natalità è il giorno di Papa Francesco. Per promuovere la natalità “a livello istituzionale, urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine, per seminare oggi affinché i figli possano raccogliere domani. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Si tratta di attuare serie ed efficaci scelte in favore della famiglia. Ad esempio, porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli. Oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa” le parole del pontefice nel corso del suo intervento a Roma.
“A livello istituzionale, urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine, per seminare oggi affinché i figli possano raccogliere domani. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Si tratta di attuare serie ed efficaci scelte in favore della famiglia” sottolinea il Santo Padre.
“Le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi. Non mancano i cagnolini e i gatti. Questi non mancano. Mancano i figli” dice il Santo Padre. “Uno studioso della demografia mi ha detto che in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e i contraccettivi: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. Questi sono gli investimenti che danno più reddito. Che futuro si spera? È brutto”.
“Il tema della natalità mi sta molto a cuore. Ogni dono di un figlio, infatti, ci ricorda che Dio ha fiducia nell’umanità, come sottolinea il motto ‘Esserci, più giovani più futuro’. Il nostro ‘esserci’ non è frutto del caso: Dio ci ha voluti, ha un progetto grande e unico su ciascuno di noi, nessuno escluso. In questa prospettiva, è importante incontrarsi e lavorare insieme per promuovere la natalità con realismo, lungimiranza e coraggio” prosegue Bergoglio.
“Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani, un Paese perde il suo desiderio di futuro. In Italia, ad esempio, l’età media è attualmente di quarantasette anni, e si continuano a segnare nuovi record negativi. Purtroppo, se dovessimo basarci su questo dato, saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa: il Vecchio Continente si trasforma sempre più in un continente vecchio, stanco e rassegnato, così impegnato ad esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita” evidenzia il Papa. “Nonostante tante parole e tanto impegno, non si arriva a invertire la rotta. Come mai? Perché non si riesce a frenare questa emorragia di vita?“.
“Pregate per me, a favore e non contro”. E’ la battuta che Papa Francesco ha pronunciato al termine del suo intervento agli Stati generali della Natalità, come è solito fare alla chiusura dei suoi discorsi. Ma questa volta amplia il discorso e racconta: “Una volta – ha raccontato – stavo finendo un’udienza e a venti metri, dove c’era la rete, c’era una signora, una vecchietta piccolina, occhi bellissimi. Dice ‘vieni, vieni…’, simpatica. Mi sono avvicinato: ‘Lei signora come si chiama?’. Mi ha detto il nome. ‘E quanti quanti anni ha?’. ‘Ottantasette’. ‘Ma cosa fa, cosa mangia per essere così forte?’. ‘Io mangio i ravioli, li faccio io’ e mi ha dato la ricetta dei ravioli. E poi ho detto: ‘Ma signora, per favore, preghi per me’. ‘Lo faccio tutti i giorni’. E io per scherzare dissi ‘ma preghi a favore, non contro’. E la vecchietta sorridendo mi disse: ‘Stia attento Padre, contro gli pregano lì dentro…’. Furba eh! Un po’ anticlericale…”, ha scherzato il Pontefice. “A favore, non contro!”, ha ribadito.
“Il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici”. Così Papa Francesco nel corso del suo intervento agli Stati generali della Natalità, in corso a Roma.
“In passato, non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento. Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana – ha ribadito – non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società”. Il “problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo; non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato”.