Gratitudine da parte della comunità palestinese a Roma verso le parole del Pontefice
“A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se si inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”. Parole di Papa Francesco affidate a una delle anticipazioni de ‘La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore’, libro scritto dal Papa per il Giubileo. Bergoglio, nel volume, ha lanciato una riflessione su quanto sta accadendo in Medioriente, una riflessione che ha fatto molto rumore tanto da suscitare anche una reazione dall’ambasciata israeliana presso la Santa Sede.
“Il 7 ottobre 2023 c’è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini. Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico“, la secca replica affida all’account X dell’ambasciata.
La reazione della comunità palestinese alle parole su Gaza
Gratitudine, invece, è stata espressa da parte della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, per le parole su Gaza: “Abbiamo sempre ringraziato Sua Santità per la presa di posizione in difesa dei diritti umani, della giustizia e della Pace nel mondo e particolarmente per il riconoscimento del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e alla creazione del suo stato libero ed indipendente”, ha affermato il presidente Yousef Salman che ha ricordato come il Papa abbia sempre “espresso preoccupazione per la lunga sofferenza del popolo palestinese e le atrocità del Medioriente, invitando al rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite e della legalità Internazionale”.
I temi affrontati dal Papa
Medioriente, ma non solo. Bergoglio è poi tornato sul tema della guerra nel corso dell’Angelus in Piazza San Pietro, “La guerra rende disumani e induce a tollerare crimini inaccettabili”, ha affermato esortando i governanti ad ascoltare “il grido dei popoli che chiedono pace”.
Un altro grido, quello dei poveri, ha caratterizzato la domenica del Papa. Al mattino il Pontefice ha presieduto la Santa Messa nella Basilica di San Pietro in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri. Anche qui parole nette: “Lo dico alla Chiesa, lo dico ai Governi degli Stati e alle Organizzazioni internazionali, lo dico a ciascuno e a tutti: per favore, non dimentichiamoci dei poveri”, ha affermato il Papa che ha rimarcato: “Si diventa Chiesa di Gesù nella misura in cui serviamo i poveri, perché solo così ‘la Chiesa diventa’ se stessa”.
Poi il pranzo con 1300 poveri nell’Aula Paolo VI. Un impegno costante, quello del Papa per gli ultimi, fatto di tanti piccoli gesti concreti come il paio di scarpe numero 42 donato a un senzatetto di nome Giuseppe. Il terzo pensiero di Bergoglio ha riguardato le vittime degli abusi. Anche qui il Papa è stato chiaro: “Mi unisco alla Chiesa in Italia che domani ripropone la Giornata di Preghiera per le vittime di abusi e i sopravvissuti degli abusi. Ogni abuso è un tradimento di fiducia, è un tradimento della vita”. Parole che segnano un altro passo nel cammino intrapreso dalla Chiesa in relazione a ciò che più volte è stato definito un dolore.
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