La proposta del Pontefice ha lo scopo di favorire l'unità dei cristiani

La Chiesa Cattolica è disposta ad accettare l’ipotesi di una data comune per la Pasqua di tutti i cristiani, allo scopo di favorire l’unità dei credenti. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia dei Secondi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. “Una data per la Pasqua. La Chiesa Cattolica è disposta ad accettare una data della Pasqua per l’unità“, ha affermato il Pontefice. L’anniversario del Concilio di Nicea rappresenta, ha detto ancora il Papa, “un anno di grazia, un’opportunità per tutti i cristiani che recitano lo stesso Credo e credono nello stesso Dio: riscopriamo le radici comuni della fede, custodiamo l’unità. Sempre avanti. Quell’unità che tutti noi vogliamo che accada”.

“Perseverare nel cammino verso l’unità”

“Questo Concilio si impegnò a preservare l’unità della Chiesa in un momento molto difficile, e i Padri conciliari approvarono all’unanimità il Credo che molti cristiani recitano ancora oggi ogni domenica durante l’Eucaristia. Si tratta di una professione di fede comune, che va oltre a tutte le divisioni che nel corso dei secoli hanno ferito il Corpo di Cristo“, ha sottolineato Bergoglio. “L’anniversario – ha proseguito il Pontefice – , infatti, non deve essere celebrato solo come ‘memoria storica’, ma anche come impegno a testimoniare la crescente comunione tra di noi. Dobbiamo fare in modo di non lasciarcela sfuggire, di costruire legami solidi, di coltivare l’amicizia reciproca, di essere tessitori di comunione e di fraternità. In questa Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani possiamo vivere l’anniversario del Concilio di Nicea anche come un richiamo a perseverare nel cammino verso l’unità. Provvidenzialmente, quest’anno, la Pasqua sarà celebrata nello stesso giorno nei calendari gregoriano e giuliano, proprio durante questo anniversario ecumenico. Rinnovo il mio appello affinché questa coincidenza serva da richiamo a tutti i cristiani a compiere un passo decisivo verso l’unità, intorno a una data comune per la Pasqua“.

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