È quanto si legge nella nota 'Antiqua et nova' sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana dei Dicasteri per la Dottrina della Fede e per la Cultura e l'Educazione del Vaticano
Anche la Santa Sede interviene sul dibattito sull’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale non va ” divinizzata e adorata” e l’essere umano non può “diventare, in questo modo, schiavo della propria stessa opera”. È quanto si legge nella nota ‘Antiqua et nova’ sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana dei Dicasteri per la Dottrina della Fede e per la Cultura e l’Educazione del Vaticano. “Anche se può essere messa a servizio dell’umanità e contribuire al bene comune, l’IA è comunque un prodotto di mani umane, che porta ‘l’impronta dell’arte e dell’ingegno umano’ a cui non deve mai essere attribuito un valore sproporzionato”, evidenzia il testo
“La presunzione di sostituire Dio con un’opera delle proprie mani è idolatria“, si legge nella nota. “L’IA dovrebbe essere utilizzata solo come uno strumento complementare all’intelligenza umana e non sostituire la sua ricchezza” si legge ancora nel testo che ricorda come l’intelligenza artificiale sia solo “un pallido riflesso” dell’umanità.
L’intelligenza artificiale può essere un sostegno per “comprendere” i fatti, ma “esiste anche un serio rischio che l’IA generi contenuti manipolati e informazioni false, i quali, essendo molto difficili da distinguere dai dati reali, possono facilmente trarre in inganno”.
“Se, da un lato, l’IA – si legge ancora – ha il potenziale latente di generare contenuti fittizi, dall’altro c’è il problema ancora più preoccupante di un suo uso intenzionale a fini di manipolazione. Ciò può accadere, ad esempio, quando un operatore umano o un’organizzazione genera intenzionalmente e divulga informazioni, come immagini, video e audio deepfake, per ingannare o danneggiare”. “I prodotti audiovisivi contraffatti generati con l’IA possono progressivamente minare le fondamenta della società – si legge ancora nel documento – Ciò richiede un’attenta regolamentazione, poiché la disinformazione, specialmente attraverso media controllati o influenzati dall’IA, può diffondersi in modo non intenzionale, alimentando la polarizzazione politica e il malcontento sociale”.
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