Le tre classiche 'stazioni' sono state semplificate per volere di Bergoglio
Papa Francesco è morto. Tra i tanti cambiamenti promossi durante il suo Pontificato, Papa Francesco ha cambiato anche il rito del funerale papale che tradizionalmente è diviso in tre fasi principali, chiamate ‘stazioni’: la constatazione della morte, l’esposizione del corpo e la sepoltura. Tutte le fasi vengono mantenute con delle modifiche che vogliono sottolineare come il Pontefice sia il Vescovo di Roma e il successo di Pietro prima che un potente del mondo.
Le modifiche alle ‘stazioni’ da parte di Papa Francesco
Le novità riguardano le tre fasi principali: la constatazione della morte non più nella camera del defunto ma nella cappella, la deposizione immediata dentro la bara, l’esposizione alla venerazione dei fedeli del corpo del Papa già dentro la bara aperta e l’eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere.
Il libro liturgico viene presentato come nuova edizione del precedente, l’editio typica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis approvata nel 1998 da san Giovanni Paolo II e pubblicata nel 2000, che è stata utilizzata nelle esequie dello stesso Pontefice nel 2005 e, con adattamenti, in quelle del Papa emerito Benedetto XVI nel 2023.
La prima stazione della constatazione ‘nella casa del defunto’ prevede che la constatazione della morte avvenga nella cappella privata, anziché nella camera, e la deposizione della salma nell’unica bara di legno e in quella interna di zinco, prima di essere traslato in basilica. È stata eliminata la prima traslazione nel Palazzo Apostolico.
Modificati i passaggi anche della seconda stazione: con la deposizione nella bara già avvenuta dopo la constatazione della morte, la sera prima della Messa esequiale si procede alla sua chiusura. La seconda stazione ‘nella Basilica Vaticana’ considera un’unica traslazione in San Pietro, la chiusura della bara e la Messa esequiale. Nella Basilica Vaticana il corpo del Papa è esposto direttamente nella bara e ‘non più su un alto cataletto’; in conformità con quanto prevedono le esequie del vescovo diocesano, durante l’esposizione del defunto non ci sarà accanto alla bara il pastorale papale. Infine, la terza stazione ‘nel luogo della sepoltura’ include la traslazione del feretro al sepolcro e la tumulazione. Bergoglio ha espresso il desiderio di essere sepolto nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e non nella Basilica di San Pietro.
Il processo di semplificazione ha riguardato anche i ‘Novendiali’, le messe di suffragio celebrate nei nove giorni successivi al funerale. Anche qui uno snellimento. Il rituale aggiornato prevede quattro formulari di preghiere a scelta, anziché tre, con la ripresa dei testi del ‘Missale Romanum’ per il Papa defunto e quello per il vescovo diocesano e l’omissione dei testi del Lezionario, di cui si offrono invece soltanto le indicazioni bibliche.
Il funerale è celebrato dal cardinale decano, il cardinale Giovanni Battista Re che proprio pochi giorni fa era stato prorogato da Bergoglio. Infine una curiosità: l’ultimo cardinale a celebrare i funerali del suo predecessore è stato Joseph Ratzinger in occasione delle esequie di San Giovanni Paolo II l’8 aprile 2005.
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